Arcangelo ritorna ad esporre in galleria. Da febbraio, la nuova mostra tra Milano, Torino e Verona

Visita il profilo degli artisti in mostra:
30 Gennaio 2025 – Tempo di lettura: 5 min
Arcangelo ritorna ad esporre in galleria. Da febbraio, la nuova mostra tra Milano, Torino e Verona
Arcangelo inaugura il 2025 con una mostra distribuita su tre gallerie
MARCOROSSI artecontemporanea apre il 2025 con un importante progetto espositivo dedicato all’artista campano Arcangelo (Avellino, 1956). La mostra, che si svolgerà nelle sedi di Torino (dal 13 febbraio), Verona (dal 15 febbraio) e Milano (dal 20 febbraio), presenta un nucleo di opere degli anni Novanta, molte delle quali inedite, insieme a nuove tele ed opere su carta della serie Fiori di Magnolia, realizzate la scorsa estate nello studio di Benevento.
Un viaggio nella pittura di Arcangelo
L’allestimento è concepito come un percorso che guida il visitatore nel cuore della poetica di Arcangelo. Se già alla fine degli anni Ottanta il rigore monocromatico delle sue prime opere si trasforma in una calibrazione più misurata dei colori, è negli anni Novanta che le opere di Arcangelo iniziano a fare esplicito riferimento alle terre africane, che l’artista aveva visitato nell’inverno del 1990. Per Arcangelo, la dimensione del viaggio — sia reale che metaforico — è uno dei temi centrali della sua ricerca: un viaggio nello spazio e nel tempo. Le cromie, ora più vive, si arricchiscono di verdi e rossi, che si combinano con stesure di carboncino nero. Tuttavia, la sua cifra stilistica rimane immutata, caratterizzata dall’amalgama di segni, macchie, accumuli di pigmento e screziature della superficie.
Arcangelo è un artista radicale
Arcangelo è radicale nel senso più letterale e testuale del termine. La sua ricerca è infatti fondata sul radicamento, sul senso di appartenenza e sulla condivisione di un’eredità culturale, quella sannita, che ha saputo estendere e trasformare, fino a inglobare i retaggi di altri luoghi e altre civiltà. L’affezione per la sua terra d’origine si è evoluta in qualcosa di più potente e universale, dando vita a una pittura a vocazione “globale”, popolata da suggestioni provenienti dall’Africa, dal Vicino Oriente, dal Mediterraneo, dalla lontana Cina e da molte altre realtà. Al centro delle sue visioni c’è la terra aspra e selvaggia della sua regione, una morfologia primordiale che celebra la potenza terribile delle forze naturali, nel buio profondo di antri e caverne, nelle gole fratturate tra i dirupi, nella vasta oscurità dei monti silvani. Non è il paesaggio solare della metafisica, né la placida luminosità del Mediterraneo a definire la cosmogonia pittorica di Arcangelo, ma un sentimento di furiosa sacralità, una spiritualità tellurica e pagana, che avvicina la sua sensibilità a quella romantica dello sturm und drang teutonico. Per Arcangelo, la pittura, come la Storia, è un cumulo di stratificazioni in cui convivono memorie e tracce del passato, tra il viaggio reale e il pellegrinaggio fantastico. La sua pittura torna sempre al luogo d’origine: la sua terra, il Sannio.
Le opere recenti: i Fiori di Magnolie
Oltre alla significativa presenza dei cicli pittorici storici realizzati negli anni Novanta, la mostra si arricchisce di opere su carta e tele recenti, realizzate nell’estate del 2024 nella sua cascina in provincia di Benevento. Qui, tra gli ulivi e nel grande studio immerso nel verde, sono nate le tele intitolate Fiori di Magnolia, che proseguono i cicli più recenti Fiori Irpini (2017-2018) e Fiori di Croco (2019). Un viaggio ricco di emozioni nella pittura di Arcangelo, che si afferma attraverso colori intensi e forme dal segno deciso — talvolta appena accennato — che risuonano di antico, come pittogrammi nelle grotte.