Prima mostra personale di Mirco Marchelli in Belgio
7 Febbraio 2024 – Tempo di lettura: 5 min
Prima mostra personale di Mirco Marchelli in Belgio
Alla Hilde Vandaele Gallery di Watou inaugura a marzo la mostra “An Echo of Flowers”
Marcorossi artecontemporanea è lieta di annunciare la prima mostra personale di Mirco Marchelli in Belgio, dal titolo An Echo of Flowers, alla Hilde Vandaele Gallery di Watou.
La mostra ha per titolo uno dei sintagmi immaginifici dell’artista italiano: “Un’eco di fiori”. Dove l’eco indica la risonanza che producono quelle piccole, modeste presenze, quasi improvvise epifanie del passato, sotto forma di oggetti e di frammenti di oggetti, quando si incontrano, quando vengono amorevolmente manipolate con i materiali più vari: stoffa, cera, carta, gesso, malta, legno, tanto legno di un tempo, ceramica e colori.
Dell’artista scrive Adriana Polveroni
Gira per mercatini e rigattieri, scova pezzi, vecchi mobili, vecchi utensili. Li prende e li mette via, «possono tornare utili – dice – come sanno bene i contadini». Oppure li manipola, li lavora subito, li trasforma. Allora nascono altri oggetti, altre presenze. Tutte con un passato dentro, tutte con qualcosa da raccontare: «Ogni mio lavoro ha una sua storia. Tutto deve avere una storia e tutto è sempre roba trovata, che io ricreo». E a cui poi dà dei nomi un po’ incantati, come se uscissero da una fiaba: “Tante belle cose”, “Motivi di gioia”, “Opera giocosa, “Scena muta per nuvole basse”, “Giocattoli”, “Belle statuine”, “Un’eco di fiori”. Ma Mirco Marchelli non è un giovanetto romantico e lievemente svagato che si balocca con simili cose, tanto meno è un trovarobe. È invece un artista rigoroso, che non a caso nasce con la musica, ma capace di un’apertura poetica, di un rispetto del tempo direi – musicale e storico – di un senso del passato che feconda il presente e (ci auguriamo) il futuro, «una proiezione indietro per andare avanti», come ha detto in un’altra occasione per qualificare il suo senso del tempo. Tratti, qualità che disegnano il profilo di un artista non comune.
Fedele, in un certo senso, agli insegnamenti dell’arte del Novecento, ma adottati con soave leggerezza, Marchelli lavora con dei ready-made, anzi, meglio definirli degli objet trouvè. Non per dichiararli con gesto autoriale opere tout court, né per ridargli vita con una logica che potremmo definire di “arte circolare” e neanche perché quegli oggetti hanno la spensierata libertà data dall’essere stati lasciati al caso, e quindi anche al caso di uno sguardo che si accorge di loro, alla pietas di un gesto che li raccoglie, ma perché quegli oggetti hanno una storia, sono qualcosa. Quasi qualcuno, se non fosse eccessivo esprimersi in questo modo. Ed è qui che il bricolage, nella sua accezione più risolta, come visionaria sperimentazione propria del Novecento che mette insieme materiali, idee e immagini eterogenei, trova la sua espressione compiuta.
Se osserviamo la pratica e se ascoltiamo il pensiero di Mirco Marchelli potremmo dire di essere di fronte a un autore più che schivo, come in effetti lui appare conoscendolo, indifferente alle sirene del mondo dell’arte, e alle trame di potere del sistema dell’arte. E forse non essere definito autore neanche gli dispiacerebbe troppo, perché troppo preso, troppo occupato, troppo rapito a fare e disfare, ad aggrovigliare il presente con il passato, a manipolare, confondere le idee, giocare, fingere, divertirsi, vivere la gioia. Sentite come inizia la sua giornata Marchelli: «La prima cosa della mattina è Scarlatti: la disciplina e la gioia, perché Scarlatti è anche gioia. Ha scritto 555 suonate una più bella dell’altra». Ma dietro tutto questo c’è una ricerca, che definirei poetica, perché della poesia c’è lo stupore, della ricerca c’è l’ostinazione. E della musica c’è la disciplina.
Estratto dal testo di Adriana Polveroni
Mirco Marchelli – An Echo of Flowers
10 marzo – 7 aprile 2024
Hilde Vandaele Gallery
Kasteelstraat 1, Watou, Belgio
In collaborazione con Marcorossi artecontemporanea, Milano
La mostra ‘An echo of flowers’ è parte di ‘ICONOCLASH 03’, un progetto di Hilde Vandaele Gallery e Queeste Art.
Inaugurazione, domenica 10 marzo 2024
dalle 14:00 alle 18:00
alla presenza dell’artista