Medhat Shafik – Sahara
Pietrasanta, 6 luglio – 25 luglio 2024
Medhat Shafik
Sahara
6 luglio – 25 luglio 2024
Pietrasanta
Via Garibaldi 16,
P.za Giordano Bruno 3
55054 Pietrasanta, LU
Tutti i giorni
11:00 – 13:00
18:00 – 00:00
Inaugurazione Sabato 6 luglio dalle ore 18:30
MARCOROSSI artecontemporanea è lieta di presentare a Pietrasanta, in concomitanza con la serata della Collector’s night, la nuova mostra di Medhat Shafik dal titolo “Sahara”. L’artista, di origine egiziana, torna ad esporre nella nostra galleria dopo sei anni; le nuove opere sono centrate sull’immagine del deserto inteso come allegoria del mondo globalizzato e della fragilità dell’uomo moderno, sempre più distante dalle sue radici e dalla memoria. Come i ricercatori e gli archeologi, che continuano a scavare le sabbie del Sahara per portare alla luce nuovi resti della civiltà egizia e di altre civiltà perdute del deserto africano, anche l’uomo globalizzato dovrà metaforicamente dissodare la polvere che ricopre le fondamenta della sua civiltà e affrontare le sfide del contemporaneo.
La mostra di Pietrasanta include tele, carte intelate e due grandi pannelli scultorei su carta cotone realizzata a mano, che enfatizzano la complessa stratificazione delle civiltà e il colore come elemento fondamentale della vita.
La pratica artistica di Shafik continua ad oscillare tra espressione intensa e riflessione spirituale. Nelle nuove opere l’artista controbilancia aspetti di forte matrice materico-espressiva, con influenze orientali, a una dimensione più meditativa, dove lo spazio dell’opera si dilata e tende alla rarefazione.
La mostra “Sahara” rende omaggio al più vasto deserto della terra, uno spazio fisicamente e visivamente travolgente, capace di sopraffare l’uomo e di spingerlo oltre, verso il sacro e il metafisico.
«Il titolo “Sahara” – afferma Medhat Shafik – intende rappresentare tutti i deserti del mondo e il deserto diventa una metafora, un contenitore di storie e significati, come spesso accade nei miei lavori. Nel deserto, infatti, tutto è azzerato e l’uomo si ritrova con la propria fragilità, si affaccia da solo all’abisso del mondo, come nel famoso quadro di Caspar David Friedrich, divenuto il manifesto del romanticismo».
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