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MARCOROSSI
artecontemporanea

 

Terza e ultima puntata dell’intervista all’artista catalano Sergi Barnils.

18 ottobre 2021   –   Tempo di lettura: 1 min   –   Sergi Barnils

Terza e ultima puntata dell’intervista all’artista catalano Sergi Barnils.

Sergi Barnils parla dell’ultimo progetto artistico che ha realizzato: una serie di mappamondi in materiali diversi

Nei primi mesi del 2021 Sergi Barnils si è dedicato con il consueto entusiasmo a un nuovo progetto artistico. Ci racconta l’artista: “Quando con Marco Rossi abbiamo parlato per la prima volta di questo nuovo progetto dedicato al concetto di  mappamondo, all’inizio ero un po’ spaventato, perché a me piace dipingere sulla tela, ma ugualmente mi piacciono le novità e le nuove sfide. Man mano che ci pensavo il progetto si è rivelato un’idea bellissima, perchè mi ha fatto uscire dalla confort zone e permesso di conoscere cose nuove. Mi ha aperto letteralmente dei nuovi mondi. Infatti, per questo progetto ho dovuto spostarmi molto, dal momento che scelgo di lavorare con artigiani che conoscono il mestiere, o che hanno l’attrezzatura giusta (io ad esempio non ho un forno per ceramica nel mio studio), in un luogo ho realizzato la ceramica, in un altro la pietra o il ferro e così via. Avevo già lavorato in passato con pietra e ceramica, sia per delle mostre che per progetti privati, ma con dimensioni molto diverse.

Diversi materiali per realizzare 17 sfere di dimensioni e dalle suggestioni diverse

Racconta Barnils: “Con i mappamondi ho lavorato con tanti materiali differenti. Innanzi tutto la pietra, che è stata tagliata, incisa, lavorata. Mi hanno aiutato ad arrotondarla in una cava di un paese della Catalogna chiamato Llinars del Vallès, che dista un’ora e mezza da Barcellona. Ho lavorato con il granito del Tarn, un granito che viene dalla Francia, e che è molto interessante da lavorare, perché quando si incide, il contrasto tra ciò che stai incidendo e il fondo crea dei rilievi bellissimi. Ho utilizzato anche il ferro, il materiale che conoscevo meno e mi ha commosso di più. L’abbiamo colato sulle sfere, inciso e fuso sottovuoto, utilizzando una tecnica che non avevo mai usato, è stata per me un’avventura bellissima.  Poi ho usato anche il mosaico su una base di metacrilato (plexiglass), ho lavorato con le vernici. Ci sono anche dei mappamondi ai quali mi è piaciuto molto lavorare che hanno un’armatura finissima di ferro e che non sono esattamente sferici ma sono di forma geodetica, e sono foderati con tela incollata con quella che si chiama colla di coniglio, e che era molto usata nel gotico.”

La ceramica, retaggio famigliare e materiale utilizzato da grandi artisti.

“Ho creato anche con la ceramica, che avevo già utilizzato in passato e mi appassiona molto ed  è un mondo che apparteneva alla storia della mia famiglia (il nonno e il padre di Barnils avevano una fabbrica di ceramiche catalane classiche). Coadiuvato da abili artigiani, ho realizzato le sfere a mano e poi le ho cotte a 1200 gradi. Nella ceramica si lavora con gli smalti, ed è un lavoro molto complesso perchè quando li usi non vedi il colore che avranno, bisogna indovinare un po’ cosa diventeranno, prima sono tutti sul grigio, e poi dopo la cottura a 1200 gradi vengono fuori dei colori bellissimi. Con la ceramica e gli smalti bisogna avere un po’ di dimestichezza. Anche Juan Mirò e Picasso avevano fatto molta ceramica in gioventù, e infatti sono loro che hanno elevato la ceramica a livello artistico, perché prima era considerata solo artigianato. Entrambi avevano ottimi assistenti, Mirò lavorava con Llorens i Artigas, bravissimo ceramista, erano anche grandi amici, e Picasso lavorava nel sud della Francia con Paco Durrio. Anche Chagall utilizzava la ceramica, e ora molti artisti lo fanno. Per me la ceramica è emozionante perché è la trasformazione della materia in modo miracoloso: prendi dei minerali, che non sono niente, sono inerti, li metti a cuocere a 1200 gradi e tutto si vetrifica, escono i colori: è un miracolo. I mappamondi in ceramica sono quelli con i quali ho potuto sviluppare pienamente il mio linguaggio plastico, perchè il colore ha avuto un ruolo fondamentale, molto più che sulla pietra o sul ferro che sono monocromi.

Anche nei Mappamondi si ritrovano i concetti profondi del lavoro di Sergi Barnils

Nella Genesi c’è scritto che all’inizio tutto era senza forma, caos, oscurità. Poi un Creatore disse “che vi sia luce” e le cose cominciano a ordinarsi. Questi sono i concetti che si trovano nella mia pittura e li ho poi trasferiti anche nel mondo delle sfere, della sfera terrestre. Nei mappamondi ho lavorato a partire dalle virtù della luce in contrapposizione al caos delle tenebre, al vuoto, al non senso di tutto ciò che è oscuro. La contrapposizione del bene e del male, come nel manicheismo. La prima sfera è la luce, in contrapposizione alle tenebre. La seconda sfera parla delle acque – la Genesi dice che tutto era acqua, e poi per ordine del creatore la parte umida fu separata dalla parte secca – e io lo trovo interessantissimo. La terza sfera riguarda l’intero firmamento, il mondo delle costellazioni, sul quale aveva lavorato molto anche Mirò, e che per me è la sfera più bella. La quarta sfera è dedicata al mondo vegetale, alle piante, ai fiori, e agli alberi che portano con sé i propri semi, perché ci sia fertilità. Questo aspetto mi appassiona ogni giorno di più. La quinta sfera parla del mondo dei minerali, di tutto ciò che è geologico, parla della creazione della vita inorganica. Un’altra sfera è dedicata al mondo degli uccelli e dei pesci. La penultima agli animali terrestri, e l’ultima è dedicata alla corona della creazione, ovvero l’essere umano. E soprattutto la donna che per me è il non plus ultra della creazione. Dicono che il Creatore alla fine aveva già così tanta esperienza ed è per questo che la donna è riuscita migliore dell’uomo, noi non siamo usciti altrettanto bene. Quando lo dico alle mie sorelle – ne ho quattro – loro sono sempre molto felici.  Queste sono le tematiche che ho pensato per i miei mappamondi, e ho scelto di includere uomini e donne nella stessa sfera: la parte più bella, relativa all’estetica rappresenta la donna, mentre la parte più forte e virile all’uomo. E poi c’è un’ultima sfera assolutamente bianca dedicata al riposo, il settimo giorno della creazione.