Seconda puntata dell’intervista a Sergi Barnils
04 ottobre 2021 – Tempo di lettura: 1 min – Sergi Barnils
Seconda puntata dell’intervista a Sergi Barnils
Arte e spazio: l’artista catalano Sergi Barnils racconta il suo rapporto con lo spazio durante la pandemia
Abbiamo chiesto a Sergi Barlis di raccontaci com’è cambiato il suo concetto di spazio con la pandemia da COVID-19: “All’inizio le cose andavano molto male. Come in Italia, siamo stati confinati per più di due mesi. Quando hanno iniziato a parlare di chiusure, ho fatto un po’ di viaggi avanti e indietro per portarmi a casa del materiale con cui lavorare. Ed è lì che ho subito capito quanto sia importante lo spazio. Io sono abituato a lavorare in spazi ampi, grandi. Mentre a casa, in centro a Barcellona, c’eravamo io, mia moglie, due mie figlie, mia nipote e si aggiungeva sempre qualcun’altro. Quando ho portato i materiali a casa perchè non potevo pensare di stare per mesi senza dipingere mi hanno chiesto se ero pazzo, che non c’era più spazio per nulla. Così nel mio studio mi sono dedicato a opere di piccolo formato (50×70) su carta con inchiostro, acquerelli, tempere, e ho capito che quando si chiude una porta ce n’è sempre un’altra che si apre, e che il concetto di spazio è solo un limite mentale.
L’arte supera i limiti fisici
Il senso di clausura e prigionia dei primi giorni presto è stato sostituito da escursioni della mente, ma soprattutto del cuore, cosa che nel mio laboratorio non faccio mai. Sono andato oltre, erano escursioni spirituali. La carta poteva catturare tutte queste emozioni, e non avevo bisogno di grandi spazi, mi ero abituato a lavorare in 4 metri quadri. L’essere umano è in grado di adattarsi. Quella limitazione di spazio, del mio posto di lavoro, che era una scrivania, è diventato un cosmo, una galassia. Ero in uno spazio infinito. Tutto questo si è tradotto in un lavoro più che mai meticoloso, perché ovviamente avevo più tempo a disposizione, essendo confinato a casa, come tutti, e passavo il giorno intero a lavorare. Ero molto attento ai dettagli, ai colori, al disegno, e oltre che molto bello è stato anche molto utile, perchè questo lavoro di studio, di precisione, mi serve anche adesso in condizioni di lavoro “normali”.
Lo spazio è un concetto che può cambiare, come il concetto di tempo
Sostanzialmente lo spazio che normalmente conosciamo può ridursi molto anche se si vive in una città enorme. Se il tuo spazio mentale è piccolo e chiuso, anche se vivi nella città più grande del mondo, ti senti comunque limitato. Al contrario se la tua mente è libera puoi stare seduto a un tavolino e visitare tutte le galassie. Lo spazio dunque è molto relativo, ma potremmo dire lo stesso del tempo. Si in passato sono stato spesso preoccupato dalla mancanza di tempo. Ma un insegnamento che arriva anche dalla Bibbia è che bisogna vivere giorno per giorno. Vivere nel presente e non preoccuparsi del domani perchè sennò si impazzisce. Ovviamente, alcune cose vanno pianificate, ma il presente va assaporato, bisogna lasciare tempo al divertimento, al godere delle cose e delle esperienze senza preoccuparsi troppo del futuro. A volte le nostre vite sono così frenetiche che non ci accorgiamo della bellezza intorno a noi, le cose semplici, le foglie verdi, il cielo azzurro.
L’arte per Sergi Barnils è vocazione
Quella del pittore per me è una vocazione, non si contano le ore, altrimenti non farei questo lavoro, la mia è una passione, un’esigenza, non so se sono riuscito a spiegarmi. Senza l’arte io non vivrei. Adesso per esempio potrei stare qui a tormentarmi per dei lavori che devo finire, ma per fare le cose bene ci va tempo, e a volte è anche necessario aspettare. Ci sono lavorazioni che richiedono settimane, mesi. Io dipingo poco alla volta e ho bisogno che il lavoro asciughi prima di continuare, se mi affannassi finirei a fare un pasticcio. Le cose fatte di fretta non vengono bene. Il tempo va vissuto al massimo, senza farsi travolgere dalle preoccupazioni e dall’ansia del tempo che scorre. Domani vedremo.