- MARCOROSSI
PAOLO VENTURA, SULLA MALINCONIA, ALLO SPAZIO MARRAS DI MILANO

MOSTRA A CURA DI FRANCESCA ALFANO MIGLIETTI
DAL 10 GENNAIO AL 20 FEBBRAIO
INAUGURAZIONE 19 GENNAIO ORE 19,30
Boîtes, wunderkammer, appunti, fotografie, libri ed anche carnets de voyage e cartoline, in un insieme disincantato,
ma disposto a farci re-in-cantare....
Scrive la curatrice: "Paolo Ventura è un artista poetico e suggestivo, è un fotografo che usa una tecnica particolare per creare le
proprie immagini: fotografa piccoli set ricostruiti in studio, Specie di spazi, direbbe Perec, o forse, semplicemente
scatole come mondi. Affascinanti e fuori dal tempo i suoi personaggi evocano storie e segreti, con uno
sguardo concentrato su un punto lontano, eleganti nei gesti e sospesi nella memoria, un modo di fare poesia
con frammenti sparsi immagini, le sue sembrano opere realizzate intorno ad un flâneur, in una sorta di metafisica
di luoghi improbabili, che aspettano ancora di essere scoperti. I suoi personaggi sembrano smarriti come
vagabondi o come reduci e come girovaghi, o come certi personaggi di Melville. Flash improvvisi su momenti
esseri e luoghi scelti per il loro anonimato e fotografati nell’ attimo che si consuma, l’ inquadratura è fuori
centro e i dettagli rivelano altre sospensioni e altre pause. I personaggi e le ‘storie’ di Paolo Ventura sembrano
nascere dall’insonnia, da un’insonnia visionaria e feconda, personaggi che creano combinazioni inattese per
esperire il vuoto e l’assenza, l’erranza e lo svuotamento del reale. Le opere di Paolo Ventura sembrano voler
disorientare lo spettatore, sembrano giungere da un altro luogo e da un altro tempo, un tempo immaginifico
e suggestivo, ricolmo di rimandi, interrelazioni, labirintico ed poetico. Una passione per i meccanismi e
gli ingranaggi, quella di Paolo Ventura, opere come strumenti di visionarietà, un itinerario tra mondi che a
prima vista sembrano del tutto incompatibili ma in cui si è invitati a un assemblaggio di materiali che hanno
la liricità dei sogni, e l’invito ad andare oltre le apparenze ed i luoghi comuni. Immagini come luoghi dove si
custodiscono i segreti, dove le cose improbabili si incontrano, protagonisti di personali solitudini e strade e
città dove il mistero o l’imprevisto si manifesta improvviso ed inaspettato. E’ questo l’universo poetico e visionario
di Paolo Ventura, nelle cui opere, normalmente, il cielo è visibile e dove, spesso, i personaggi salgono
sul tetto, in un passaggio delicato e malinconico dove l’ ovvio, il banale o l’ elementare sa spalancarsi sorprendentemente
verso territori misteriosi, in un varco suggestivo e imprevedibile, in cui la meraviglia sembra
poter trasformare il mondo, le ombre, gli oggetti. Ogni immagine sembra inseguire la poesia, nel frammento,
in qualcosa d’altro, nel destino....
Ed ecco, proprio nel destino la malinconia dei personaggi di Paolo Ventura, silenziosi, chiusi in sé, fantasiosi
e romantici, con una spiccata tendenza a ritirarsi nel proprio mondo. Personaggi che sembrano essere nati direttamente
dallo spleen in un teatro fatto di intonaci e di passaggi e di lagune e di persone e di valigie… un’umanità
scarna, che continuamente cerca di ricomporsi. Nelle opere di Paolo Ventura tutto sembra reggersi su
un assurdo, con un meccanismo “a togliere”, mera coazione a ripetere di un dandy- disadattato: la possibilità
di un indizio in cui le stanze sembrano sogni e dove i personaggi sembrano conoscere l’uscita dal labirinto".
Francesca Alfano Miglietti