Medhat Shafik – Sahara
Torino, 20 febbraio – 12 aprile 2024 .
Medhat Shafik
Sahara
20 febbraio – 12 aprile 2024
Torino
Via della Rocca 36, 10123 Torino, TO
Martedì – Sabato 15:00-19:00
Domenica e Lunedì su appuntamento
Inaugurazione martedì 20 febbraio dalle ore 18:00
MARCOROSSI artecontemporanea è lieta di presentare a Torino, e in contemporanea a Milano e a Verona, la nuova mostra di Medhat Shafik dal titolo Sahara. L’artista, di origine egiziana, torna ad esporre in galleria dopo sei anni; le nuove opere sono centrate sull’immagine del deserto inteso come allegoria del mondo globalizzato e della fragilità dell’uomo moderno, sempre più distante dalle sue radici e dalla memoria. Come i ricercatori e gli archeologi, che continuano a scavare le sabbie del Sahara per portare alla luce nuovi resti della civiltà egizia e di altre civiltà perdute del deserto africano, anche l’uomo globalizzato dovrà metaforicamente dissodare la polvere che ricopre le fondamenta della sua civiltà e affrontare le sfide del contemporaneo.
La mostra include oltre cinquanta opere tra tele, carte intelate e tre grandi pannelli scultorei su carta cotone realizzata a mano, che enfatizzano la complessa stratificazione delle civiltà e il colore come elemento fondamentale della vita. La pratica artistica di Shafik continua ad oscillare tra espressione intensa e riflessione spirituale. Nelle nuove opere l’artista controbilancia aspetti di forte matrice materico-espressiva, con influenze orientali, a una dimensione più meditativa, dove lo spazio dell’opera si dilata e tende alla rarefazione. Medhat Shafik è cittadino del mondo, un nomade culturale che ha soddisfatto nel viaggio – reale e metaforico – il proprio desiderio di conoscenza e di scoperta dell’altro e dell’altrove, senza negare i valori e la forza delle proprie radici, della propria terra d’origine, l’Egitto. La mostra “Sahara” rende omaggio al più vasto deserto della terra, uno spazio fisicamente e visivamente travolgente, capace di sopraffare l’uomo e di spingerlo oltre, verso il sacro e il metafisico.
«Il titolo “Sahara” – afferma Medhat Shafik – intende rappresentare tutti i deserti del mondo e il deserto diventa una metafora, un contenitore di storie e significati, come spesso accade nei miei lavori. Nel deserto, infatti, tutto è azzerato e l’uomo si ritrova con la propria fragilità, si affaccia da solo all’abisso del mondo, come nel famoso quadro di Caspar David Friedrich, divenuto il manifesto del romanticismo».