M
Testo

 

MARCOROSSI
artecontemporanea

 

Medhat Shafik espone la personale Meraviglie e tempo sospeso, al MO.CA di Brescia

21 Settembre 2021   –   Tempo di lettura: 1 min   –   Medhat Shafik

Medhat Shafik espone la personale Meraviglie e tempo sospeso, al MO.CA di Brescia

Dall’ 11 settembre al 10 ottobre 2021, per la 15° rassegna Meccaniche della Meraviglia, Shafik espone al Centro Culturale MO.CA a Palazzo Martinengo Colleoni

Sabato 11 settembre al MO.CA. di Brescia, per la quindicesima edizione di Meccaniche della Meraviglia, manifestazione culturale con la regia di Albano Morandi,  Medhat  Shafik inaugura una mostra installativa, a cura di Elena Di Raddo, intitolata Meraviglie e tempo sospeso, nelle sale Sacchi di Palazzo Martinengo. La manifestazione Meccaniche della Meraviglia consiste in una mostra diffusa che si articola nella città di Brescia mantenendo il rapporto con le realtà territoriali che l’hanno tenuta a battesimo ed in particolar modo con i comuni gardesani. Meccaniche della Meraviglia coinvolge cinque artisti di fama nazionale ed internazionale: Medhat Shafik, Silvia Infranco, Giorgio Bertelli, Angelica Consoli e Valdi Spagnulo. 

Il MO.CA un centro culturale italiano ha sede a Palazzo Martinengo Colleoni di Malpaga

Il palazzo Martinengo Colleoni di Malpaga è un palazzo di Brescia di epoca barocca, situato in piazzetta Sant’Alessandro, all’incrocio fra corso Cavour e via Moretto. Ubicato nel cuore della città, il Palazzo è oggetto di un accordo di valorizzazione che promuove e sviluppa progetti di impresa culturale, manifatturiera e di ricerca storico-artistica. È sede di associazioni culturali, aree espositive, archivi ed atelier, nati dall’iniziativa di giovani imprese. L’acronimo MO.CA sta per moretto.cavour, il punto da cui si ritrae la veduta del Palazzo. È un centro culturale attivo, che produce e rende fruibile il patrimonio in esso contenuto per la cittadinanza. Dal 2016, il piano nobile del palazzo ospita il museo Ma.Co.f. – Centro della Fotografia Italiana, creato per volontà dei fotografi Gianni Berengo Gardin e Uliano Lucas, in collaborazione con l’architetto Renato Corsini. Il museo espone una collezione permanente di circa 240 fotografie originali di 42 tra i più importanti e rappresentativi fotografi italiani del XX secolo, tra i quali Francesco Cito, Franco Fontana, Ugo Mulas, Luigi Ghirri e Tazio Secchiaroli.

 

La mostra site specific Meraviglie e tempo sospeso a cura di Elena Di Raddo

Medhat Shafik ha realizzato un’installazione site-specific ispirata al caravanserraglio, il luogo in cui nei paesi del Mediterraneo i mercanti si scambiavano le merci e allo stesso tempo le loro storie. Unendo alla pittura materiali e oggetti di recupero, in uno spazio evocativo e coinvolgente, l’artista affronta il tema, antico ed attualissimo, della confluenza dei popoli e del sincretismo delle culture. Shafik ci parla di identità e riflette sull’essere nomadi in un mondo globalizzato. Dice Shafik: “Noi siamo nomadi del mondo, con saggezza ogni viaggiatore si porta dietro la sua casa e le sue storie, il suo scrigno di sogni da offrire nei mercati come si scambiano le provviste. Ogni granello che raccogliamo diventa provvista, diventa la tua casa perché con la globalizzazione siamo diventati cittadini del mondo. La mia città è un luogo di scambi: non solo di sacchi di provviste, zenzero, spezie, pistacchi, nei bazaar, ma, seduti sulle stuoie, di storie scambiate. Il mio racconto io lo offro agli altri in un’agorà mentale..” Nelle diverse sale di Palazzo Martinengo, Shafik ha realizzato quattro diverse installazioni.

Le mostre degli altri quattro artisti

Medhat Shafik, Silvia Infranco, Giorgio Bertelli, Angelica Consoli e Valdi Spagnulo, espongono mostre personali in luoghi diversi, uniti dall’unica tesi che ha caratterizzato la manifestazione sin dalla sua nascita, cioè lo stretto rapporto che le opere devono avere con lo spazio che le contiene. Le indagini artistiche sono unite dal filo rosso della messa in crisi radicale dei linguaggi artistici tradizionali e dalla decontestualizzazione e processualità, che trasformano sia i materiali selezionati che gli ambienti espositivi, offrendo opere critiche e intermediali, che intervengono nello spazio interpretandolo con potente empatia, affascinante poesia e intenso rigore.

 

Biografia Medhat Shafik